PETRARCA, SIMONE MARTINI ED I TAROCCHI
Quando si parla di Tarocchi si pensa ai cartomanti e non certo al violento scontro epocale tra Papa ed Imperatore del ‘300 od alla composizione poetica dei Trionfi del Petrarca. Eppure in origine, secondo il libro “Petrarca Simone Martini e le carte” di Rolando Fusi e Rosalynd Pio, furono proprio quelli i temi che si desiderò rappresentare nel primo mazzo, ideato e miniato verso il 1330 dai due toscani.
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Sintesi dell'Opera
Queste primissime carte, illustravano le speranze politiche dei due cripto-ghibellini che vivevano ed operavano nella città di Avignone, divenuta dal 1304, la nuova Sede dello Stato Pontificio, sotto l’egida del re di Francia.
Se queste carte non si fossero subito rivelate un irresistibile strumento ludico, oltre che “un libro di pagine mobili” che comprendeva in maniera figurata, aspre critiche contro i papi di Avignone, esse sarebbero finite probabilmente nel dimenticatoio. Ma poiché, giocandoci, si abbinavano, per la prima volta, la fortuna all’abilità, esse divennero talmente trascinanti da essere subito copiate e ricopiate per diffondersi a macchia d’olio in tutta l’Europa.
Troppo rapida fu la loro espansione per poterla frenare. Petrarca e Simone non poterono certo ammettere apertamente di esserne gli autori, abitando gomito a gomito con la Curia di Avignone e facili obbiettivi dell’Inquisizione. Tacquero, e la loro invenzione svilita, smembrata e fatta oggetto di veementi ed inusitate censure da parte delle gerarchie della Chiesa francese, venne di fatto privata del nobile obbiettivo che gli autori si erano prefissati e dilagò tra i giocatori e gl’indovini che vedevano nelle allegorie delle immagini facilmente adattabili al mestiere di cartomanti.
Solo dopo la morte del Petrarca furono pubblicati gli scritti, che hanno permesso agli autori di comprendere come e perché i due toschi amici avessero inventato i Trionfi Dorati poi definiti da San Bernardino da Siena “la Bibbia del Diavolo”
Tavole o carte di pergamena che espressero dapprima il tormento del Petrarca e che poi dalle mani del Poeta e Simone Martini passarono in altre mani diventando le moderne carte da gioco.
Nel fondo Engerton n° 2419 del British Museum di Londra, Johannes, in ordine praedicatorum minimum scrive: “nell’anno del Signore 1377 è arrivato da noi un certo gioco di carte. In questo gioco lo stato del mondo nei tempi attuali e moderni è descritto e figurato in modo perfetto”